GRUPPI DI BUIOTERAPIA

I GRUPPI DI BUIOTERAPIA

La Buioterapia è una innovativa modalità terapeutica non convenzionale che utilizza il buio, la musica e la pratica psicoterapeutica sistemico relazionale psicodinamica come strumento per la conoscenza e la cura del sè. Il progetto Gruppi di Buioterapia è rivolto a tutti coloro che desiderino prendersi un tempo nuovo per realizzare la crescita del proprio sé attraverso il Gruppo.

Il gruppo si incontra per un totale di 10 incontri settimanali, della durata ciascuno di un paio di ore. Durante l’incontro le persone indossano la mascherina per gli occhi per garantire di viversi il tutto al buio pesto.

Ogni incontro è costituito da una prima parte di ascolto della musica suonata dal vivo e della narrazione di una riflessione su un tema precedentemente scelto dall’équipe e, una seconda parte, di condivisione in gruppo dei vissuti, dei ricordi e delle immagini emerse al buio con un conseguente lavoro con e sul gruppo. La conduzione si fonda sulla teoria sistemico relazionale psicodinamica descritta nel Modello di Articolazione Intersistemica creato dall’Istituto di Psicoterapia Relazionale di Napoli del direttore Luigi Baldascini. Secondo il modello terapeutico il fine di ogni percorso evolutivo (come il fine dei nostri percorsi) è l’armonia del sé che è dovuta dall’integrazione ed evoluzione dei sistemi intrapsichici isomorficamente connessi a quelli interpersonali[1].

La specificità del Gruppo di Buioterapia è che l’armonia del sé si realizza grazie all’incontro al buio tra corpi che danno vita ad un unico corpo gruppale che sente, vibra, sperimenta, spinge verso l’evoluzione, il tutto nel qui ed ora della relazione in gruppo. Il gruppo infatti diventa un luogo dove far riecheggiare antichi vissuti, nuovi sensi, nuove modalità relazionali e sperimentare la funzione trasformativa del gruppo stesso. Quando un gruppo si riunisce in una stanza vive la sensazione che i corpi dei singoli e come se si propagassero nella stanza e, la forma che il Gruppo di Buioterapia assume, è data da questo unico corpo gruppale che prende forma dall’incontro tra i corpi dei singoli. In questo unico corpo gruppale ci saranno le potenzialità e le risorse come anche i limiti di tutti i singoli corpi. Nell’appartenere a questo unico corpo posso riconoscermi nell’altro, posso appropriarmi di quegli aspetti che mi mancano, posso dividere gli aspetti che mi pesano troppo e tutto questo attiva un processo di relativizzazione della realtà. Inoltre stimola lo sviluppo della capacità di non identificarsi con quello che si prova, si fa e si pensa.

Il buio pone il gruppo in una condizione che facilita l’attivazione della Mente Emotiva che aiuta a vedere ciò che è apparentemente invisibile e a connettere il tutto in una trama di senso sempre nuova. Il terapeuta insieme al corpo gruppale, non fa altro che creare un’opera di co-costruzione di nuovi scenari dove ognuno si può iniziare a immaginare la propria vita fuori dai copioni fissi e dalla ripetitività del passato. E lo farà in quanto esperto dell’immaginario il cui compito e di spegnere i riflettori sulla realtà concreta e accendere, con l’immaginazione, una luce alla volta sul mondo interiore dei singoli e del gruppo. Ed è così che le vicissitudini della nostra vita e le persone che l’hanno determinata diventano come storie e personaggi di un’opera teatrale. Con la differenza che questa volta il regista (il singolo e il gruppo) può giocare e trasformare la sua stessa opera cercando soluzioni nuove e costruendo il futuro in maniera del tutto rinnovata.

La finalità di questi percorsi è contribuire ad una sperimentazione e realizzazione di percorsi di benessere alternativi e complementari ai percorsi di cura più specifici;  esplorare le dimensioni del buio e i suoi effetti sul benessere della persona e offrire la possibilità al singolo utente di divenire più consapevole di sé e della propria struttura emotiva, più capace di comunicare nell’ambito delle sue relazioni e soprattutto più educato ai sentimenti.

[1] L.Baldascini, Vita da adolescenti. Gli universi relazionali, le appartenenze, le trasformazioni. Franco Angeli, Milano, 1993